Il vero mostro è Realacci

Legambiente ed Ermete Realacci, ministro per l'ambiente del "governo ombra" del Pd, tuonano contro gli ecomostri e gli abusi edilizi in Toscana: in ballo c'è la solita pioggia di quattrini, in questo caso quelli che avrebbero dovuto essere destinati al fondo per le demolizioni delle opere abusive e a quello per il ripristino del paesaggio, e che invece sembra verranno tagliati dal governo Berlusconi.


Alcuni dei "mostri" su cui viene focalizzata l'attenzione costituiscono in effetti uno scempio, inseriti come sono nello splendido paesaggio toscano, ma a preoccupare è la vecchia concezione ideologica sottesa a certe dichiarazioni: quando si scagliano contro i "pirati del mattone", Realacci e soci sembrano ancora offuscati dalla vecchia avversione comunista nei confronti della proprietà privata e verso tutto quanto sia figlio della libertà individuale anziché di una pianificazione di stampo sovietico.

Nell'edilizia, come in qualsiasi altro campo, l'ordine è figlio della libertà.
La pianificazione risulta sempre incapace di fornire quelle risposte che sgorgano invece spontaneamente dalla libera interazione fra individui in un contesto di libero mercato, in quanto i pianificatori non possono mai possedere le informazioni necessarie a prendere decisioni a livello decentrato. La conoscenza di cui necessiterebbero, che è una conoscenza strettamente esclusiva e tacita, quindi non articolabile, è infatti dispersa fra migliaia di individui, come ci spiega perfettamente la Scuola Austriaca di economia con i suoi maestri Mises ed Hayek, e pertanto non è possibile disporne o considerarla come "data", sì da redigere un piano d'azione coerente e adatto a tutti.

I "nostri" sono invece ancora convinti che una pianificazione minuziosa possa risolvere qualsiasi problema e che il socialismo possa scongiurare operazioni ad alto impatto ambientale: peccato che i peggiori scempi che la storia ricordi siano figli proprio della pianificazione statale…il "Vinosauro" di Radda in Chianti ne è per l'appunto un luminoso esempio: costruito dal Ministero dell'Agricoltura e mai portato a termine su un territorio prima di proprietà dello Stato, poi della Regione, se ne chiede l'abbattimento addirittura dal 1988, ma evidentemente l'occasione è buona per dare addosso al governo appena insediatosi.

Oltre all'impossibilità della pianificazione centrale, che crea sempre distorsioni e tensioni, a pesare in negativo sul piatto della bilancia è una legislazione in materia edilizia che si fa continuamente più oppressiva ed assurda, costringendo spesso i privati cittadini a "disubbidire". Trattasi in molti casi di leggi e regolamenti imposti per il gusto di imporre, privi di vere e solide motivazioni ma legati soltanto al capriccio e alle manie del potente di turno e alla continua smania della Casta di gestire le nostre esistenze, regole che non solo è inevitabile aggirare, ma addirittura moralmente doveroso calpestare, se vogliamo che i nostri diritti di proprietà continuino ad avere quantomeno una parvenza di rispetto.
Questo non significa che il verde delle nostre colline debba e possa essere ricoperto di cemento in maniera indiscriminata, i diritti di ciascuno devono essere rispettati, ma non è seguendo i "socialisti in salsa verde" che potremo mantenere intatto il millenario splendore della nostra Toscana.
Realacci non ci angosci con i suoi gusti in tema di edilizia…se fossero gli stessi che lo spingono a presentarsi in pubblico con un look quantomeno mostruoso, sarebbero veramente dolori.

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