Lo spargi-rifiuti è un eroe

Firenze dichiara guerra ai mozziconi gettati per terra, ed in un momento in cui di rifiuti più o meno ingombranti si parla un giorno sì e l'altro pure, l'occasione mi pare propizia per pubblicare alcuni stralci da "Difendere l'indifendibile", splendido testo dell'economista libertario Walter Block, che ci spiega come lo spargi-rifiuti sia in realtà una sorta di eroe moderno. Buona lettura.

Lo spargi-rifiuti trova oggigiorno poche persone che lo difendano. E' attaccato da tutte le parti, e deve sostenere l'urto delle “anime belle”. Canali radiotelevisivi mandano in onda spot anti-rifiuti sotto forma di “servizio pubblico”; comitati di genitori e di quartiere, associazioni parrocchiali ed organizzazioni civiche sono tutti d'accordo nell'attaccare chi semina rifiuti...i rifiuti sparsi sono un grande elemento riunificatore.
In ogni caso, c'è un piccolo, apparentemente insignificante dettaglio che annienta l'accusa contro i rifiuti sparsi e contro lo spargi-rifiuti: i rifiuti sparsi possono solo esistere sul suolo pubblico, mai su una proprietà privata. Le pubblicità che illustrano le presunte nefandezze dello spargimento dei rifiuti sono ambientate nelle autostrade, sulle spiagge, sulle strade, nei parchi...tutti luoghi pubblici. E ciò non perchè la maggior parte dei rifiuti venga seminata nei luoghi pubblici ma perchè è così per definizione. Se qualcosa somigliante in tutti gli altri aspetti allo spargimento dei rifiuti dovesse accadere in un luogo privato, non sarebbe affatto considerato spargimento di rifiuti.
Quando grandi folle lasciano uno stadio, una sala cinematografica, un circo, quelli che restano tra le poltrone e nei corridoi non sono e non possono essere dei rifiuti sparsi. E' immondizia, sporcizia, spazzatura, ma non "rifiuti sparsi".
Alla fine del normale orario lavorativo, nelle zone centrali delle nostre città un'orda di addetti delle pulizie converge su banche, negozi, ristoranti, uffici, fabbriche ecc. privati. Ciò che devono fare è pulire e assolutamente non si può dire che raccolgano rifiuti sparsi. Contemporaneamente, la nettezza urbana pulisce le strade e i marciapiedi pubblici, raccogliendo i rifiuti sparsi.
Ora non è possibile fare una vera distinzione tra l'abbandono di spazzatura in luoghi pubblici e l'abbandono di spazzatura in luoghi privati. Non c'è ragione di chiamare l'uno, e non l'altro, “spargere rifiuti”, poiché in ambedue i casi in pratica si fa la stessa cosa. In ambedue i casi, infatti, la produzione di spazzatura è una concomitanza del processo del produrre e del consumare.
In certi casi, l'abbandono della spazzatura, perchè venga raccolta più tardi, è una soluzione ottimale. Per esempio, un falegname, sprecherebbe troppo tempo se raccogliesse i trucioli mentre lavora. E' più semplice ed economico lasciare che i rifiuti si accumulino, per poi spazzarli via a fine giornata o a intervalli regolari. Il direttore di una fabbrica potrebbe indire una campagna anti-rifiuti, e costringere i falegnami a tenere i loro spazi di lavoro liberi da qualsiasi accumulo di trucioli. Potrebbe rinforzare quest'ordine con una multa, però, a causa di queste regole, la sua forza-lavoro potrebbe licenziarsi o, non licenziandosi, i costi di produzione salirebbero eccessivamente, e la ditta perderebbe ordinazioni che passerebbero a fabbriche concorrenti.
Nell'esercizio della professione medica, d'altro canto, lo spargimento di rifiuti non può essere tollerato. Le sale operatorie, di consultazione o di trattamento, devono essere igieniche, disinfettate e ben pulite. La mancata adozione di una forte campagna anti-rifiuti porterebbe in questo caso al fallimento dell'ospedale, via via che si spargesse la voce che l'istituto è anti-igienico[...]ciò che questi esempi, apparentemente disparati, hanno in comune, è di illustrare come, nel mercato, il decidere se e quanto spargimento di rifiuti sia lecito permettere si basi, in ultima istanza, sulla volontà e sui desideri del consumatore.
La questione non viene trattata semplicisticamente, e non si alza un grido generale per eliminare gli spargi-rifiuti. Vi è piuttosto un attento soppesare dei costi e dei vantaggi che il permettere ai materiali di scarto di accumularsi comporta.
Nella misura in cui i costi di raccolta delle immondizie sono bassi, e i danni provocati dalla spazzatura elevati, saranno frequenti le raccolte e severe le sanzioni per chi abbandona le immondizie, come nell'esempio proposto sui rifiuti sparsi in un ambiente medico. Se i costi della raccolta delle immondizie sono alti, e i danni provocati dall'accumulo pochi, ci saranno raccolte meno frequenti, e nessuna sanzione per lo spargimento dei rifiuti. Queste politiche differenti non sono il risultato di una legge statale, ma sono il risultato di un processo di mercato. Gli imprenditori che non agiscono in accordo con un'analisi minuziosa dei costi/vantaggi perdono clienti...un sistema basato sui bisogni e sui desideri dei singoli individui è molto flessibile. In ciascun esempio, la politica da adottare sullo spargimento dei rifiuti viene concepita su misura per le esigenze di ogni specifica situazione. Inoltre, un simile sistema, è in grado di reagire con prontezza ai cambiamenti, che siano i costi della raccolta dei rifiuti o i danni causati dai rifiuti non raccolti[...]nel considerare lo spargimento di rifiuti sul suolo pubblico, non esiste un sistema sintonizzato con precisione che risponda ai bisogni e ai desideri dei singoli individui. Anzi, il suolo pubblico è sotto la tutela dello stato, ed è lo stato stesso a trattare le richieste del consumatore in modo piuttosto arrogante, praticamente ignorandole. L'impresa statale è la sola impresa che risponderebbe ad un aumentato desiderio di spargimento dei rifiuti con una determinazione irremovibile ad eliminarlo, rifiutando dunque di adattarsi sia ai desideri del consumatore, sia all'evoluzione della tecnologia. La legge è legge. Lo stato può funzionare in questo modo perchè è fuori dal mercato. Non ottiene le sue entrate nel processo di mercato dello scambio volontario; le ottiene tramite la tassazione, processo che non ha alcun rapporto con la capacità di accontentare i clienti.
L'argomento statale contro lo spargimento dei rifiuti è che ciò accada per mancanza di rispetto dei diritti altrui. Ma questo argomento non è valido. L'intero concetto dei rifiuti privati ne è una dimostrazione. Se i rifiuti sparsi fossero una violazione dei diritti ed una noncuranza per il benessere altrui, cosa diremmo dei rifiuti “sparsi” nei ristoranti, nei cinema ecc? I rifiuti esistono nel mercato privato proprio come mezzo per soddisfare il desiderio di benessere dei consumatori. Non si violano i diritti del padrone del ristorante spargendo rifiuti, proprio come non si violano mangiando, perchè entrambe queste cose vengono pagate[...]una politica sullo spargi-rifiuti, per poter essere flessibile, deve essere sostenuta da un sistema di prezzi[...]ma se lo stato varasse un sistema di questo tipo andrebbe contro la sua stessa natura, fondata su quel sistema delle imposte che risulta interamente separato dall'abilità o meno di soddisfare i desideri dei consumatori.
[...]alla luce dell'inflessibilità dello stato e del suo apparente disinteresse nel venire incontro ai gusti del pubblico, come va considerato lo spargi-rifiuti? Lo spargi-rifiuti tratta la proprietà pubblica più o meno allo stesso modo in cui tratterebbe la proprietà privata, se solo ne avesse la possibilità. Vale a dire, ci sparge sopra la spazzatura. E' stato dimostrato che non vi è nulla di intrinsecamente malvagio in questa attività, e che se non fosse per la calcificazione governativa, essa sarebbe largamente accettata nell'arena pubblica, come lo è nell'arena privata. E' un'attività che andrebbe regolamentata secondo i bisogni degli individui, non per decreto statale.
Dobbiamo concludere, perciò, che lungi dall'essere un nemico della collettività, lo spargi-rifiuti sia in realtà un eroe. Il coraggio evidenziato dallo spargi-rifiuti, vista l'intensa campagna diffamatoria contro di lui, è notevole. E, più importante ancora, il comportamento dello spargi-rifiuti, che di proposito prende la legge nelle sue mani, può servire da protesta contro un sistema ingiusto.

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