Quando sette mesi non bastano per un permesso: anche in provincia la burocrazia soffoca il cittadino!

La provincia senese, così conosciuta e venerata nel mondo per i suoi paesaggi impareggiabili meta di infiniti itinerari turistici, ha conosciuto negli ultimi anni le luci della ribalta in molte occasioni, nessuna delle quali per motivi lusinghieri.
Basta citare la crisi dell'industria locale, che mostra le falle di un capitalismo ipersindacalizzato e ammanettato da troppi vincoli e di un territorio isolato per l'incapacità di realizzare infrastrutture efficienti; oppure gli abusi edilizi, figli di una pianificazione criminale, che distruggono il paesaggio per alimentare il clientelismo tra amministrazioni e costruttori.

A malincuore, perchè certe storie non fanno che ingigantire il nostro senso di impotenza di fronte al mostro della politica e a ciò che essa produce, vi raccontiamo una storia degna di nota: la piccola frazione di Castel San Gimignano, non distante da quella Colle Val d'Elsa che costruisce grandiose moschee che nessun cittadino vuole, e da Casole -che degli abusi edilizi richiamati sopra è l'esempio più eloquente- sta vivendo in questi ultimi anni una sorta di rinascita: vi sono state costruite infatti numerose nuove abitazioni e con esse molti giovani sono tornati a popolare il paesino. Con i nuovi complessi residenziali sono tornati però a galla i vecchi problemi legati alla burocrazia: noi del Clan Libertario Toscano “Filippo Mazzei” siamo stati contattati in questi giorni da un gruppo di famiglie che risiedono in uno dei lotti di più recente costruzione nel Comune di Colle Val d’Elsa e che lamentano pesanti disservizi, in particolare per la perdurante assenza della linea telefonica. Da ben sette mesi dieci famiglie sono in attesa del nullaosta della Provincia di Siena, necessario affinché sia possibile iniziare quei lavori che consentiranno ai nuovi abitanti di poter avere, come tutti noi, una postazione telefonica fissa ed un computer.
Il motivo di un ritardo simile? La signora a cui sarebbe spettato sbrigare la pratica ha goduto di alcuni mesi di permesso per maternità, e quintali di pratiche si sono accumulati sulla sua scrivania a causa della incapacità della Provincia di sostituirla con qualcuno che fosse all’altezza. Ora sembra che la pratica possa essere archiviata a giorni, ma dopo serviranno l’autorizzazione del Comune ed ovviamente l’intervento sul posto della Telecom, azienda parastatale non certo rinomata per puntualità ed efficienza.
Nel frattempo, chi ha chiesto il trasferimento della linea continua a pagare il canone come se nulla fosse, mentre da una pericolosa buca sul ciglio della strada fuoriescono cavi e tubazioni che saranno impiegati nel corso dei lavori: se dovesse cadervi un bambino, da quale telefono i genitori chiameranno il pronto soccorso?

La burocrazia come sempre fa danni: fra permessi, firme e cartacce, a rimetterci è sempre il cittadino, nel mentre il silenzio dei partiti politici, capaci soltanto di tagliare le risorse che avrebbero dovuto collegare con un marciapiede le nuove abitazioni al centro del paese, diventa ogni giorno più assordante.

UPDATE

La nostra denuncia non è passata inosservata su giornali e siti web.

1 commenti:

Domenico Letizia

2 luglio 2008 alle ore 13:22

complimenti........