Auguri

Il Clan Libertario Toscano Filippo Mazzei, in occasione delle festività, interrompe la sua attività per qualche giorno: ci ritroveremo a partire dal 7 Gennaio, in quel 2009 che, ne sono certo, sarà l’anno della svolta per il nostro gruppo.


L’occasione mi è gradita per augurare a tutti voi e ai vostri cari un buon Natale ed un felice anno nuovo.

Saluti libertari.

Leonardo Butini
Amministratore del Clan
e-mail: mltoscana@email.it

Un regalo per Natale

Il Natale è alle porte, e per chi deve ancora ultimare i regali, ecco qua un piccolo consiglio, da impacchettare per gli amici o da regalare semplicemente a sè stessi...è il nuovo libro di Francesco Carbone, Presidente dell'Associazione Usemlab, che ci guida nei meandri della depressione economica, spiegandone cause e possibili rimedi: Prevedibile e Inevitabile.

Allo stesso Francesco Carbone, il compito di presentarvi la sua ultima fatica.

E' mia idea che nel libro ci sia più o meno tutto quello che c'è da sapere in merito alla crisi, nonché gli strumenti per essere in grado di interpretare gli eventi presenti e futuri. Avendo avuto a disposizione tempi maggiori, si sarebbe potuto ottenere un risultato sicuramente migliore tuttavia, la rapidità con cui si sono dispiegati gli eventi mi ha costretto a ottimizzare il trade-off forma/contenuti.

Chi segue e si interessa di mercati o di economia dovrebbe trovare il libro comprensibilissimo. Chi invece si avvicina solo ora alla materia potrebbe trovarlo un po' ostico, nonostante si sia cercato di spiegare al meglio tutti quei termini meno comprensibili. Siamo sicuri che la curiosità intellettuale di ciascuno e la ricerca personale potranno compensare l'assenza di certe definizioni date per scontate. Un glossario sarebbe stato di aiuto, ma non abbiamo avuto né tempo né spazio per poterlo aggiungere (ad esempio quando parliamo di titoli di stato a tasso fisso di lungo periodo, benché non specificato, ci riferiamo all'equivalente italiano dei BTP con scadenza superiore ai 3-5 anni).

Attraverso un filo conduttore più spesso e un numero maggiore di note a piè di pagina, ho cercato di accompagnare in maniera più intensiva il lettore all'inizio del libro. Mano mano che si procede con la lettura, il filo si assottiglia e le note si riducono. Dopo la metà del libro il lettore dovrebbe essere oramai in grado di camminare da solo e comprendere pienamente quanto sta leggendo. In ogni caso la ripetitività con cui certi concetti vengono ripetuti sarà di aiuto per per capire ciò che in un primo tempo era risultato poco chiaro. Lo stesso concetto ripetuto più volte ha quindi il fine di consentire una assimilazione progressiva e graduale, inoltre esso non viene mai riproposto inutilmente o a caso, tra le righe mira a introdurre sempre qualche concetto o elemento nuovo.

Mi auguro quindi che il libro possa offrire un valido percorso di apprendimento e comprensione sia degli eventi attuali che di quei principi economici stravolti nel corso di decenni. In ogni caso esso rimarrà a testimonianza di un'analisi che ancora ad oggi rimane unica in Italia. Speriamo che possa stimolare e aprire nuovi dibattiti e nuove strade in mezzo a un approccio quasi monotematico che in una maniera o nell'altra continua a compromettere la prosperità e il benessere di tutti quanti.

Ringrazio tutti per la pazienza mostrata finora, e mi auguro di ricevere presto dei feedback positivi.
Cordialmente
Francesco Carbone


Ordina il libro all'indirizzo e-mail: ask@usemlab.com

Tribunali in concorrenza? Un toscano spiega come

E' con piacere che pubblichiamo su queste pagine il breafing paper "Tribunali in concorrenza? - Prospettive sul forum shopping quale forma di competizione tra ordinamenti", ultima "fatica" di Andrea Bozzi, patrocinatore legale presso uno studio di Siena e collaboratore dell'Istituto Bruno Leoni.
In questo briefing paper Bozzi analizza il sistema processuale italiano ed internazionale, afflitto da cronici problemi, e prendendo spunto dall'esperienza statunitense del "forum shopping", ossia della risoluzione delle controversie tramite il ricorso a tribunali di altri paesi, ci spiega come soltanto un vero e proprio mercato del diritto, con diversi ordinamenti in concorrenza fra di loro, potrebbe alleviare i "dolori" di una giustizia sempre più ingiusta.
Il mondo sempre più globale in cui viviamo presenta già un interessante ventaglio di alternative: dall'arbitrato alla conciliazione, passando per l'online dispute resolution, molte sono le strade percorribili che "squarciano" la visione statalista dell'ordinamento. Il sogno è quello di addivenire ad un "sistema alla Rothbard", con tribunali privati che spezzino il grigio ed inefficiente monopolio statale lasciando scegliere al mercato quali siano i giudici e le giurie in grado di offrire le procedure migliori ed applicare i metodi più efficienti nell'offrire i servizi giudiziari. Del resto tutto il diritto mercantile fu sviluppato non dallo Stato o dai tribunali statali, ma da tribunali mercantili privati, e la mitica lex mercatoria funzionava talmente bene che lo Stato si limitò a prenderne il controllo... ma anche senza volare così in alto, il tema è appassionante e ricco di possibili spunti interessanti: non mi resta che augurarvi...buona lettura!

Il Briefing Paper è liberamente scaricabile cliccando -QUI-

Che qualcuno getti la chiave!

Il sindaco di Firenze Domenici si è incatenato alla sede del gruppo editoriale Espresso-La Repubblica, in viale Cristoforo Colombo a Roma, per protestare contro alcuni articoli sull'inchiesta della Procura di Firenze sull'area di Castello, in cui sono indagati per corruzione due assessori comunali del Pd, quello all'urbanistica Biagi e lo "sceriffo" Cioni.
Domenici contesta il presunto "corto circuito tra mezzi di comunicazione di massa e modo di fare informazione" che si sarebbe verificato nell'occasione...come a dire, parlate di tutto, ma non osate lasciar trapelare presunte connivenze dell'amministrazione fiorentina e del PD con i "poteri forti".
La preoccupazione di Domenici appare però quantomai fuori luogo: chiunque sia dotato di un minimo di buon senso e buona fede, non ha bisogno di essere imbeccato dal quotidiano di turno per accorgersi che le fortune del centro-sinistra toscano sono legate a doppio filo alle vicende ed alle sorti dei poteri forti, in un intreccio a tinte sempre più fosche fra politica ed economia...a Siena il Monte dei Paschi, a Firenze i Della Valle e i Ligresti. E quando certi legami vengono meno, per un motivo o per l'altro, la forza d'urto della sinistra toscana finisce presto col perdere di smalto: da Viareggio a Prato, passando per Lucca e Grosseto, sono molte le realtà della nostra Tuscia in cui cittadini ormai stanchi stanno pian piano aprendo gli occhi dinanzi allo scempio perpetrato da questa classe politica sempre più lontana dal sentire e dai bisogni della "gente comune", impegnata com'è a metterci le mani in tasca per lanciarsi in progetti strampalati e favorire gli amici degli amici.
Anche il tragicomico teatrino delle primarie sembra mostrare le crepe di un sistema che sta oramai per implodere: non un confronto fra idee e soluzioni diverse, bensì una lotta fratricida per la poltrona più comoda, da cui poi potersi comodamente spartire il bottino.

Il gesto penoso di Domenici è l'ultimo atto di questa squallida commedia finanziata con le nostre tasse: per favore, qualcuno getti la chiave di quel lucchetto!

Salviamo i veri panda...i liberali!

Wwf e Regione sono al lavoro per realizzare una sorta di road map toscana, una specie di calendario che fissi tutti i passaggi che da qui alla fine del 2009 dovrebbero portare, con un percorso a tappe forzate, a una decisa riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell'Anno mondiale del clima.

Gli obiettivi sono raggiungere entro il 2020 il 20% di diminuzione delle emissioni di CO2 e il 20% di produzione di energia da fonti rinnovabili, ma il Wwf ha chiesto alla Regione un ulteriore impegno per arrivare alla riduzione del 30% delle emissioni alla stessa data e promuovere contestualmente risparmio ed efficienza energetica.
Guido Scoccianti, presidente di Wwf Toscana, sogna addirittura "un mondo a carbonio-zero": una prospettiva paradisiaca per i più, ma decisamente inquietante per chi non si accontenta di accettare acriticamente le posizioni più in voga nel panorama politico e scientifico (o pseudo tale) e si prende la briga di leggersi direttamente qualche dato e qualche interpretazione alternativa del problema.

In Italia, è soprattutto il bravo e coraggioso Carlo Stagnaro, ingegnere per l'ambiente ed il territorio e Direttore del Dipartimento Ecologia di mercato dell'Istituto Bruno Leoni, a sostenere le posizioni di chi guarda con scetticismo ai "socialisti in salsa verde", quelli che per intendersi lanciano un allarme al giorno in cerca di finanziamenti a pioggia, ma da circa 50 anni cannano regolarmente qualsivoglia previsione. Il buon colonnello Giuliacci non è in grado di stabilire con certezza neppure se fra 24 ore pioverà o meno sulle nostre teste, eppure che fra mezzo secolo saremo nei guai sembra ormai una verità assodata.
Che importa se nel 1970 ci avevan raccontato che saremmo morti di glaciazione, oggi va di moda il riscaldamento globale e tanto vale adeguarsi, e guai se qualcuno si azzarda a chiedere conto delle innumerevoli castronerie che ci son state propinate nel tempo. Signori, questa è la scienza, e chi va controcorrente è sicuramente stipendiato da qualche multinazionale brutta e cattiva.

A sentir loro, la preannunciata svolta verso energie alternative sembra destinata ad apportare soltanto benefici: milioni di posti di lavoro in arrivo, più salute per tutti, il pianeta che ride…anche gli slogan di Berlusconi impallidiscono al confronto. Tutto sembra destinato a migliorare le nostre vite, e chi si azzarda ad avanzare obiezioni è un ignorante egoista che non vede al di là del proprio naso.
Di sacrifici, stranamente, parlano in pochi: perché si sa, ogni azione ha dei benefici ma anche dei costi, ed è solo dal confronto dei primi con i secondi che è possibile addivenire a scelte profittevoli.
Quanto costa perseguire certe politiche? Ed i benefici quali saranno? Come misurarli? E il riscaldamento globale, dipende davvero dall'uomo?

Procediamo con ordine.

Che il global warming abbia origine antropiche è quantomeno dubbio: è proprio Carlo Stagnaro a spiegarcelo in "Dall'effetto serra alla pianificazione economica"

gli studiosi hanno rilevato un aumento della temperatura di circa 0,8 °C a partire dalla metà del XIX secolo. Pressochè tutto il riscaldamento verificatosi negli ultimi cent'anni si concentra in due lassi di tempo ben precisi: dal 1910 al 1945 e poi dal 1975 ad oggi. Le emissioni antropogeniche sono andate aumentando sin dai tempi della Rivoluzione industriale, e i sostenitori di un riscaldamento globale catastrofico ritengono che esse ne siano la causa. Ma la discontinuità rilevata nel '900 sembra contaddire questa spiegazione.

I modelli utilizzati per fare previsioni inoltre sono gonfi di forzature ed ipotesi semplificative, che, come mostrato appunto dai fallimenti del passato, rendono davvero difficile una piena comprensione di una situazione tanto complessa. L'atmosfera ad esempio è costituita, fra l'altro, anche da una serie di sostanze che si oppongono al riscaldamento o addirittura che hanno un effetto contrario, e da altre che si comportano, a seconda dei casi, in un modo o nell'altro, e valutare il peso di queste componenti, se non il loro segno, è compito arduo. Quanto ai costi di simili riforme, se queste fossero applicate i prezzi del riscaldamento, della benzina, del gas naturale e dell'energia subirebbero impennate clamorose, ed il PIL rischierebbe una secca battuta d'arresto, il tutto per far aumentare la temperatura nel 2100 di circa 0,15 °C in meno rispetto all'ipotesi di non fare nulla: ebbene si, sono queste le sconvolgenti conclusioni cui si giunge Protocollo di Kyoto alla mano.
Prosegue Stagnaro:
fissato un certo tasso di sconto, il presupposto di Kyoto è che le spese che noi affrontiamo oggi si tradurranno in un guadagno per i nostri discendenti, cioè per individui altri da noi - domani. Questo presuppone di conoscere una serie di preferenze che sono logicamente e praticamente inconoscibili: in primo luogo quelle dei nostri simili viventi, e secondariamente quelle di chi occuperà la terra dopo di noi


In sostanza, le decisioni che stanno piovendo quotidianamente sulle nostre teste in materia di ambiente sono tutte ispirate all'ormai mitico principio di precauzione e ad una ignoranza economica che ha pochi eguali: certezze non ve ne sono, se non che i costi da sopportare saranno enormi.

I veri panda da salvare, non ce ne voglia il Wwf, sono i liberali come Stagnaro, che anche per risolvere le questioni ambientali si affidano a diritti di proprietà meglio definiti anziché al Leviatano che tutto saprebbe e potrebbe: Scoccianti, quando la smetterà di…scocciare?