Salviamo i veri panda...i liberali!

Wwf e Regione sono al lavoro per realizzare una sorta di road map toscana, una specie di calendario che fissi tutti i passaggi che da qui alla fine del 2009 dovrebbero portare, con un percorso a tappe forzate, a una decisa riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell'Anno mondiale del clima.

Gli obiettivi sono raggiungere entro il 2020 il 20% di diminuzione delle emissioni di CO2 e il 20% di produzione di energia da fonti rinnovabili, ma il Wwf ha chiesto alla Regione un ulteriore impegno per arrivare alla riduzione del 30% delle emissioni alla stessa data e promuovere contestualmente risparmio ed efficienza energetica.
Guido Scoccianti, presidente di Wwf Toscana, sogna addirittura "un mondo a carbonio-zero": una prospettiva paradisiaca per i più, ma decisamente inquietante per chi non si accontenta di accettare acriticamente le posizioni più in voga nel panorama politico e scientifico (o pseudo tale) e si prende la briga di leggersi direttamente qualche dato e qualche interpretazione alternativa del problema.

In Italia, è soprattutto il bravo e coraggioso Carlo Stagnaro, ingegnere per l'ambiente ed il territorio e Direttore del Dipartimento Ecologia di mercato dell'Istituto Bruno Leoni, a sostenere le posizioni di chi guarda con scetticismo ai "socialisti in salsa verde", quelli che per intendersi lanciano un allarme al giorno in cerca di finanziamenti a pioggia, ma da circa 50 anni cannano regolarmente qualsivoglia previsione. Il buon colonnello Giuliacci non è in grado di stabilire con certezza neppure se fra 24 ore pioverà o meno sulle nostre teste, eppure che fra mezzo secolo saremo nei guai sembra ormai una verità assodata.
Che importa se nel 1970 ci avevan raccontato che saremmo morti di glaciazione, oggi va di moda il riscaldamento globale e tanto vale adeguarsi, e guai se qualcuno si azzarda a chiedere conto delle innumerevoli castronerie che ci son state propinate nel tempo. Signori, questa è la scienza, e chi va controcorrente è sicuramente stipendiato da qualche multinazionale brutta e cattiva.

A sentir loro, la preannunciata svolta verso energie alternative sembra destinata ad apportare soltanto benefici: milioni di posti di lavoro in arrivo, più salute per tutti, il pianeta che ride…anche gli slogan di Berlusconi impallidiscono al confronto. Tutto sembra destinato a migliorare le nostre vite, e chi si azzarda ad avanzare obiezioni è un ignorante egoista che non vede al di là del proprio naso.
Di sacrifici, stranamente, parlano in pochi: perché si sa, ogni azione ha dei benefici ma anche dei costi, ed è solo dal confronto dei primi con i secondi che è possibile addivenire a scelte profittevoli.
Quanto costa perseguire certe politiche? Ed i benefici quali saranno? Come misurarli? E il riscaldamento globale, dipende davvero dall'uomo?

Procediamo con ordine.

Che il global warming abbia origine antropiche è quantomeno dubbio: è proprio Carlo Stagnaro a spiegarcelo in "Dall'effetto serra alla pianificazione economica"

gli studiosi hanno rilevato un aumento della temperatura di circa 0,8 °C a partire dalla metà del XIX secolo. Pressochè tutto il riscaldamento verificatosi negli ultimi cent'anni si concentra in due lassi di tempo ben precisi: dal 1910 al 1945 e poi dal 1975 ad oggi. Le emissioni antropogeniche sono andate aumentando sin dai tempi della Rivoluzione industriale, e i sostenitori di un riscaldamento globale catastrofico ritengono che esse ne siano la causa. Ma la discontinuità rilevata nel '900 sembra contaddire questa spiegazione.

I modelli utilizzati per fare previsioni inoltre sono gonfi di forzature ed ipotesi semplificative, che, come mostrato appunto dai fallimenti del passato, rendono davvero difficile una piena comprensione di una situazione tanto complessa. L'atmosfera ad esempio è costituita, fra l'altro, anche da una serie di sostanze che si oppongono al riscaldamento o addirittura che hanno un effetto contrario, e da altre che si comportano, a seconda dei casi, in un modo o nell'altro, e valutare il peso di queste componenti, se non il loro segno, è compito arduo. Quanto ai costi di simili riforme, se queste fossero applicate i prezzi del riscaldamento, della benzina, del gas naturale e dell'energia subirebbero impennate clamorose, ed il PIL rischierebbe una secca battuta d'arresto, il tutto per far aumentare la temperatura nel 2100 di circa 0,15 °C in meno rispetto all'ipotesi di non fare nulla: ebbene si, sono queste le sconvolgenti conclusioni cui si giunge Protocollo di Kyoto alla mano.
Prosegue Stagnaro:
fissato un certo tasso di sconto, il presupposto di Kyoto è che le spese che noi affrontiamo oggi si tradurranno in un guadagno per i nostri discendenti, cioè per individui altri da noi - domani. Questo presuppone di conoscere una serie di preferenze che sono logicamente e praticamente inconoscibili: in primo luogo quelle dei nostri simili viventi, e secondariamente quelle di chi occuperà la terra dopo di noi


In sostanza, le decisioni che stanno piovendo quotidianamente sulle nostre teste in materia di ambiente sono tutte ispirate all'ormai mitico principio di precauzione e ad una ignoranza economica che ha pochi eguali: certezze non ve ne sono, se non che i costi da sopportare saranno enormi.

I veri panda da salvare, non ce ne voglia il Wwf, sono i liberali come Stagnaro, che anche per risolvere le questioni ambientali si affidano a diritti di proprietà meglio definiti anziché al Leviatano che tutto saprebbe e potrebbe: Scoccianti, quando la smetterà di…scocciare?

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