M'illumino...di più!

La Regione Toscana aderisce alla campagna 2009 "M'illumino di meno", un’iniziativa con cui la trasmissione di Radio2 “Caterpillar” chiede agli italiani, ormai da qualche anno, di ridurre i consumi di luce e gas in concomitanza con l’anniversario dell'entrata in vigore del protocollo di Kyoto. L'iniziativa è del vicepresidente Federico Gelli, il quale ha inviato ai propri dipendenti varie raccomandazioni in materia cui attenersi il prossimo 13 febbraio e non solo: spegnere il fan coil al termine dell'orario di lavoro e le luci anche durante assenze temporanee, impostare il termostato in modo che la temperatura in inverno non superi i 20 gradi e in estate non differisca da quella esterna di oltre 7 gradi, spegnere e non lasciare in stand-by computer, stampanti, fotocopiatrici e così via, in un lungo elenco che assomiglia tanto alle raccomandazioni impartite da un babbo apprensivo al proprio figlioletto.

Bimbi irresponsabili ed irrazionali, è così che ci vedono i nostri governanti: bimbi irresponsabili che devono continuamente essere richiamati e ricondotti sulla “retta via”, che ovviamente è quella decisa a tavolino dalla Casta al potere.

In realtà, come fa notare Carlo Stagnaro, direttore del dipartimento Ecologia di mercato dell'IBL,

la politica energetica italiana è già perfettamente allineata alla religione del risparmio energetico. Non solo l'elevato prezzo dell'energia costringe cittadini e imprese a consumare il minimo indispensabile; la fragilità energetica del nostro paese ci espone quotidianamente al rischio di crisi o addirittura blackout. Il paese, semmai, ha bisogno di rafforzare le sue infrastrutture energetiche e abbassare il costo di un bene tanto fondamentale attraverso una riduzione delle imposte e una liberalizzazione autentica. La vera sfida è quella di favorire gli investimenti per uno sviluppo pulito, non ingranare la retromarcia verso il passato.

Già, il passato, è quello l’obiettivo a cui puntano certe campagne, che i suoi promotori ne siano consapevoli o meno: condurre di nuovo tutti noi, “colpevoli” di vivere una vita troppo agiata, ad uno stato di relativa povertà.

Gli ideatori dell’iniziativa invitano infatti tutti i sindaci e i cittadini "di buona volontà" a spegnere le luci e le apparecchiature elettriche "non indispensabili". Ma cosa significa “indispensabile”? Mangiare, bere, ripararsi dal freddo…e tutto il resto è superfluo? E ancora, mangiare e bere d’accordo, ma quanto? Tutto quel che abbiamo conquistato dal dopo-guerra ad oggi, dai pasti più abbondanti e frequenti all’utilizzo sempre più diffuso dei computers, è necessario o è solo un lusso a cui poter rinunciare?
Aspettiamo frementi che il vicepresidente Gelli ce lo spieghi, dettandoci la lista di quel che è superfluo e di ciò che invece è indispensabile, magari dopo averci edotto circa le profonde divisioni che lacerano la comunità scientifica sul problema del riscaldamento globale e che vengono invece regolarmente sottaciute. Già, perché sui problemi legati al clima certezze non ve ne sono, se non riguardo ai costi secchi che dovremmo sopportare qualora misure come quelle previste dal protocollo di Kyoto trovassero piena applicazione.

Come sempre la soluzione ideale sarebbe quella di lasciare libertà di scelta ai cittadini: chi sogna di tornare alle macchine da scrivere e al pane fatto in casa faccia pure, ma senza imporre il medesimo stile di vita a tutti noi e lasciando in pace i nostri già martoriati portafogli.

Nel frattempo, invitiamo tutti i nostri lettori ad ignorare certi appelli folli e mistificatori, anzi, se possibile a contrastarli attivamente.

Venerdì 13 febbraio accendiamo tutti assieme una lampadina in più: contro l’oscurantismo verde e la scienza-rottame!

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